Fermo Biologico 2016 la posizione di FEDERPESCA

 

La Posizione di  FEDERPESCA in merito al Fermo Biologico 2016

LA POSIZIONE DI FEDERPESCA SUL FERMO PESCA: EFFICACE ED INNOVATIVO,
RISPETTOSO DELLE RISORSE ITTICHE E DEL SETTORE
23 Marzo 2016

La scadenza dei piani di gestione, già prolungati sino al 31/12/2015, consente di
guardare in modo nuovo e discontinuo alla principale misura di modulazione dello
sforzo di pesca - l’interruzione prolungata (fermo pesca) - rispetto a quanto avvenuto
nel passato.
D’altronde, se la situazione dei principali stock ittici cui attinge la pesca italiana è
dichiarata critica dalle istituzioni responsabili della politica della pesca, si può ben
concludere che la modalità di effettuazione del fermo pesca sinora adottata sia stata
quanto meno inefficace. Le conseguenze delle scelte adottate ricadono direttamente
sull’ambiente marino e sulla condizione del settore destinatario di tali scelte.
Il fermo pesca è stato sino ad oggi caratterizzato da relativa rigidità, riguardando
sistemi di pesca, periodi e modalità di attuazione che probabilmente già nel passato,
ma certamente oggi, non rispecchiano la realtà della pesca italiana.
L’errore di fondo è stato quello di prendere in considerazione le esigenze di
conservazione di specie ittiche che non rappresentavano né il bersaglio né il reddito
delle imprese di pesca nazionali. Così come si è tenuto conto della domanda di
interruzione della pesca proveniente da aree geografiche che esponevano bisogni di
tipo socio-economico superati ormai da un pezzo.
Su queste scelte sono state impegnate ingenti disponibilità finanziarie nazionali e
comunitarie, ma soprattutto si è giocato il destino delle risorse ittiche e del settore: il
paradosso che una continua riduzione della capacità e dello sforzo di pesca non
produca effetti positivi nella ricostituzione degli stock, dovrebbe far riflettere sulla
modalità di gestione della pesca nel suo complesso.
******
Sussistono oggi tutte le condizioni per rivedere radicalmente le scelte del passato e
sostituirle con quelle frutto di una visione laica, priva di infingimenti e mirata ad un
definitivo riequilibrio tra pesca e risorse disponibili per la pesca.
E’ evidente che i periodi di interruzione prolungata della pesca debbano riguardare
un arco temporale più esteso, tutte le risorse commercialmente significative, tutti i
sistemi e tutte le categorie di pesca. Senza zone franche o privilegi per nessuno.
Senza spazio per luoghi comuni o per il gioco del tiro alla fune tra interessi, piccoli o
grandi, di tipo localistico o più semplicemente egoistico.
L’ambiente è unico, il settore è uno, tutti i pescatori attingono alle stesse risorse, tutti
i pescatori devono contribuire alla loro conservazione.
Se non lo decidiamo ora, se non lo facciamo ora, saremo condannati a farlo – non

necessariamente in un modo migliore - da qualche “saggia istituzione” o

semplicemente dalla condizione delle risorse ittiche, che diverrà incompatibile con
qualsiasi attività di pesca.
Da molti anni, possiamo tranquillamente dire da due decenni, Federpesca ha
sottolineato la necessità che l’interruzione della pesca (sia in forma prolungata che
nello stesso fermo tecnico) avvenisse con modalità maggiormente flessibili e, in
quanto tali, applicabili ad un arco temporale più esteso. In epoca poco più recente, la
Federazione ha posto ancora la necessità di salvaguardare la fascia costiera, quella
più fragile perché deputata alla riproduzione ed all’accrescimento di taglia,
assoggettandola ad una disciplina ancor più stringente. Rigorosa per tutte le unità da
pesca che vi operano.
E’ di questo segno, dello stesso segno, la proposta che Federpesca formula all’intero
settore ed all’Amministrazione nazionale alla vigilia dell’avvio del confronto sul fermo
pesca 2016.
In sintesi:
a. Assegnazione di un plafond (numero massimo) di giornate di pesca per
ciascuna impresa abilitata ai sistemi strascico e volante, con specificazione di
una percentuale massima spendibile per ogni mese dell’anno; nel periodo
maggio – ottobre, obbligo di effettuare 45 gg. di interruzione prolungata in
Adriatico e 30 nel Tirreno, da suddividere eventualmente in frazioni non
inferiori a 15 gg. a scelta di ciascuna impresa e per ciascuna unità da pesca;
b. Chiusura della fascia di 4 mg. (Mare Adriatico) a tutte le unità abilitate alla
pesca a strascico e volante nello stesso periodo maggio – ottobre;
c. Assegnazione di un plafond (numero massimo) di giornate di pesca per
ciascuna impresa abilitata ai sistemi circuizione e palangaro;
d. Limitazione al numero di giornate ed alle modalità di esercizio della piccola
pesca nel periodo aprile – giugno;
e. Attribuzione di un’indennità di fermo destinata a tutti i soggetti obbligati,
segmentata per dimensione dell’unità da pesca e per numero degli addetti,
corrisposta con modalità tecniche che ne consentano l’erogazione entro il
mese successivo a ciascun periodo di fermo (credito F24);
f. Articolazione del fermo tecnico settimanale affidato alla gestione di ciascuna
impresa armatrice di unità sulla quale è installata la blue-box.
*****
Federpesca, consapevole della responsabilità che assume nei confronti delle
imprese associate, ma anche verso l’intero settore, confida nella condivisione delle
proposte avanzate, certamente migliorabili, con il contributo dell’intera
rappresentanza datoriale e sindacale del settore. Senza tatticismi né intenti di
primato, ma con il solo obiettivo di puntare, tutti insieme, al consolidamento di una
pesca sostenibile e moderna, responsabile e produttiva di valore.

Aggiornato il 17/06/2016 alle 11:11
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